Front Lot Studio 1
Il “Disney Studio 1” del Walt Disney Studios Park comprende diversi negozi e ristoranti, abilmente mascherati dietro non meno di sei diverse facciate, che danno l’impressione di una “strada” da film.
Le facciate sono modellate su vari edifici di Hollywood, sia reali che immaginari, dagli anni ’20 agli anni ’60.
Uno sguardo da vicino a Hollywood, in stile Disneyland Paris e Hollywood, California, USA, dimostra che le somiglianze non sono solo un effetto speciale.
Crossroads of the World – ‘La colonna del gossip’
Crossroads of the World è stato il primo centro commerciale all’aperto d’America. È stato progettato da Robert V. Derrah nel 1936. Il centro commerciale internazionale presentava un edificio centrale progettato per assomigliare a un transatlantico attraccato circondato da un piccolo villaggio di cottage a due piani costruiti in una varietà di stili architettonici. La poppa della nave è coronata da una torre Art Deco di trenta piedi sormontata da un globo mondiale illuminato di otto piedi.
Oggi il complesso ospita numerose piccole imprese come studi di design, case di produzione e agenzie di talenti.
La sala di controllo “Parade Central” del Walt Disney Studio Park si trova dietro le facciate Gossip Column e Last Chance Gas (al secondo piano)
La camera oscura – ‘Shutterbugs’
The Darkroom era un negozio di fotocamere sul Miracle Mile.
La facciata del negozio è riconosciuta come un raro esempio di architettura programmatica: edifici che sembrano qualcos’altro, un hot dog, per esempio, o un cappello. È stato progettato nel 1938 da Marcus Miller per assomigliare a una fotocamera Argus 35 mm alta nove piedi.
Il vero pezzo della fotocamera esiste ancora su Wilshire Boulevard. L’originale non è più un negozio di macchine fotografiche, è un ristorante.
La farmacia di Schwab
La farmacia di Schwab era un drugstore ampiamente noto come luogo di incontro e “quartier generale” per attori che lavorano o sperano di lavorare.
Era unico tra i punti caldi locali in quanto accoglieva affari da tutti i gradini della scala dell’industria cinematografica. I giovani artisti in difficoltà potevano sempre fare un salto per un pasto gratuito.
Schwab vendeva medicinali e aveva un bancone che serviva gelati e pasti leggeri.
La Swab’s Pharmacy ha chiuso i battenti nell’ottobre 1983. Il negozio era in pericolo finanziario. Alcuni anni dopo, l’edificio crollò, lasciando il posto a un grande complesso commerciale.
Il Ristorante Brown Derby
Il Brown Derby era il nome dato a una catena di ristoranti a Los Angeles, in California.
L’Hollywood Brown Derby in Vine Street, appena a sud di Hollywood Boulevard, era il più famoso di tutti. Grazie alla sua vicinanza ai vicini studi cinematografici, divenne il luogo in cui si riunivano le star del cinema, celebrità di ogni tipo, ricchi e potenti. L’edificio è stato in gran parte distrutto da un incendio nel 1987. Rimane solo un piccolo frammento della facciata del ristorante, che viene incorporato in un nuovo complesso di W Hotels.
Gli schizzi dei cartoni animati visualizzati nella sezione Brown Derby di “Restaurant en Coulisse” presso lo Studio 1 – Walt Disney Studios Park sono copie dei disegni che erano in mostra nell’originale Brown Derby a Hollywood.
La facciata dell’Hep Cat Club rende omaggio ai jazz club degli anni ’50 resi famosi durante l’era del “Rat Pack”.
L’Alessandria Theatre ha un esterno elaborato ispirato ai colorati “Movie Palaces” che erano una caratteristica di Los Angeles dagli anni ’20 agli anni ’40.
La facciata di Hollywood e Vine Five & Dime è una versione nostalgica dei piccoli negozi di articoli vari che sono stati progressivamente sostituiti da grandi magazzini e supermercati.
Sopra le facciate sono appese due insegne al neon che creano un’atmosfera hollywoodiana: “Carmen’s Veranda” (un gioco di parole relativo a Carmen Miranda, la leggendaria cantante portoghese famosa per il suo turbante decorato con frutta), e “Coconut Groove”, dal nome dopo il celebre locale notturno di Hollywood.
L’acronimo ‘L.C.H.’ è stato stampato sul retro e si riferisce al nome originale di Studio 1: ‘Lights! Telecamera! Hollywood!’.
Written by Il Mio Viaggio a Disneyland
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